Glutine, FODMAP o microbiota intestinale: chi è il colpevole?

Glutine, FODMAP o microbiota intestinale: chi è il colpevole?

Diversi sintomi gastrointestinali come diarrea, cattiva digestione, gonfiore addominale, dispepsia, oltre che una serie di manifestazioni di altro genere come stanchezza, mal di testa e fatica alla concentrazione accomunano pazienti con esclusione di patologie organiche importanti (tumori del colon-retto, celiachia, morbo di Crohn).

Questi pazienti vengono classificati come affetti dalla sindrome del colon irritabile, una condizione che non identifica una patologia organica, ma una sindrome definita funzionale, ossia “non c’è nulla di grave, devi imparare a conviverci!”.

L’alimentazione, invece, può insieme alla modulazione del microbiota intestinale, giocare un ruolo fondamentale per la risoluzione di tali problemi.

I pazienti con questo tipo di sintomatologia trovano spesso beneficio da una dieta priva di glutine, per tale motivazione viene fatta loro una diagnosi di esclusione di Sensibilità al Glutine non Celiaca.

Non sempre però il glutine rappresenta la soluzione ai problemi; i FODMAP, ancora più frequentemente sono responsabili di molti disagi di ordine gastrointestinale. Essi come indica l’acronimo della parola sono oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli fermentabili degli zuccheri, indigeriti e poco assorbiti nell’intestino tenue; essi passano nel colon e in tale sede vengono fermentati dai batteri residenti. Tale fenomeno provoca un richiamo di acqua nel lume intestinale, successivamente diarrea e gonfiore addominale. I FODMAP di cui fanno parte, fruttosio, lattosio, fruttani, galattani e polioli sono presenti in moltissimi alimenti, in particolar modo i fruttani coabitano con il glutine nel grano, oltre che in diversi tipo di frutta e verdura.

Per tale motivo spesso la sensibilità al glutine è una entità patologica che sfuma in una bassa tolleranza ai FODMAP; infatti la sensibilità al glutine non celiaca può essere considerata una patologia ad eziologia multifattoriale in cui gioca sicuramente un ruolo fondamentale una bassa tolleranza al glutine, ma anche ai FODMAP e sicuramente una alterazione del microbiota intestinale.

Lo sapevi che?

  • La mela ha un alto contenuto dei FODMAP fruttosio e sorbitolo; quindi non per tutti “una mela al giorno leva il medico di torno!”
  • La dieta a basso contenuto di FODMAP non deve essere seguita per un periodo di tempo troppo lungo; massimo 6-8 settimane, poi si devono reintrodurre gli alimenti a più alto contenuto di FODMAP con l’aiuto di un esperto nutrizionista
  • La dieta a basso contenuto di FODMAP ben si adatta alla benefica Dieta Mediterranea

Bibliografia

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