Microbioma polmonare

Microbioma polmonare

Il microbioma polmonare si distingue per un continuo rinnovamento delle popolazioni microbiche, garantito da un duplice processo di introduzione e di espulsione di microrganismi a livello dei polmoni.1

I microorganismi entrano nel nostro organismo attraverso la cavità orale e, sospesi in particelle d’aria o aderendo a secrezioni (come ad esempio la saliva), raggiungono i polmoni.1

Nel tratto respiratorio, essi sono poi espulsi secondo una delle seguenti modalità:1

  • clearance muco-ciliare, che consiste nella rimozione di muco (il quale può trattenere microorganismi) ad opera di ciglia vibratili presenti sulla superficie delle cellule epiteliali;
  • tosse;
  • azione del sistema immunitario dell’organismo umano che li ospita.

Secondo un recente studio, le diverse popolazioni microbiche che si ritrovano ad abitare i polmoni di soggetti sani, avrebbero tutte la medesima probabilità di colonizzarne i tessuti o di essere rimosse da essi.1,2
Questa teoria esclude la possibilità che alcune specie di microorganismi presenti nei polmoni prendano il sopravvento su altre. Infatti, una maggior proliferazioni di determinate specie batteriche a discapito di altre, con conseguente perdita di biodiversità microbica, sembra essere associata allo sviluppo di condizioni patologiche, quali la fibrosi cistica, e a diverse tipologie di infezione.1

Recenti studi pioneristici suggeriscono la possibilità di impiegare alcuni ceppi commensali intestinali nella protezione dei polmoni dallo sviluppo di infezioni. Ad esempio, la somministrazione orale di probiotici come Bifidobacterium longum è in grado di stimolare l’attivazione del sistema immunitario nei topi, proteggendo l’organismo da un’infezione da Klebsiella pneumoniae, comune causa di morte per polmonite.3,4
Una strategia alternativa, adottata in uno studio del 2017, suggerisce l’utilizzo di batteri del tratto respiratorio per contrastare patologie polmonari.3,5 È stato infatti dimostrato che una somministrazione intranasale di un ceppo umano di Corynebacterium pseudodiphteriticum, presente nel tratto respiratorio, può favorire la resistenza a infezioni virali e batteriche in modelli murini.5

In generale, sebbene siano ancora necessarie ulteriori ricerche, soprattutto attraverso studi clinici, i probiotici potrebbero rappresentare una misura importante nella prevenzione e nel trattamento di infezioni respiratorie.

Lo sapevi che?

  • L’esistenza di un microbiota respiratorio è stato descritto, oltre che nei topi, anche in animali domestici (cani e gatti) e in animali da fattoria (maiali, pecore e vitelli), i quali possono essere impiegati come modello per ricerche di interesse umano.1

Referenze

  1. Mathieu E Front Physiol. 2018 Aug 21;9:1168.
  2. Venkataraman A mBio. 2015 Jan 20;6(1). pii: e02284-14.
  3. Dumas A Cell Microbiol. 2018 Dec;20(12):e12966.
  4. Vieria AT Microbes Infect. 2016 Mar;18(3):180-9.
  5. Kanmani P Front Microbiol. 2017 Aug 23;8:1613.

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